TRABIA
Storia e Cultura
Territorio
Trabia (‘A Trabbìa in siciliano) è un comune italiano di 10 461 abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia.
Trabia si trova adagiata su una collina a 50 metri s.l.m. sul litorale tirrenico. Trabia si pone in posizione strategica verso le principali mete d’interesse storico-culturale della zona palermitana. Ricca di residence, alberghi, bed&breakfast, offre possibilità vantaggiose di soggiorno per i turisti, date anche dalla facilità di raggiungimento con i mezzi pubblici dei vicini centri d’interesse storici.
Storia
Il toponimo è attestato nella forma araba Al Tarbiah (ossia La Quadrata per la conformazione urbanistica) da cui trae il siciliano ‘A Trabbìa. Da una missiva dell’emiro Aadelkun El Chbir (827) si evince che quando gli Arabi arrivarono a Trabia esisteva già un casale, che era stato occupato e fortificato
e divenne un punto strategico importante per la conquista di Termini Imerese nonché centro agricolo.
Terra baronale della Val di Mazara, fu per la prima volta infeudata nel 1375 da Lombardo del Campo, su concessione fattagli dal re Federico III di Sicilia Questi la cedette all’Università della città demaniale di Termini, la quale poi la dette in feudo ad un Antonio Salamone. Trabia, priva di popolazione e di villaggio, ma ricca di acque e dotato di torre, fondaco, due mulini e una tonnara, nel 1444 fu concessa in enfiteusi a Leonardo di Bartolomeo, protonotaro e presidente del Regno di Sicilia, che la riscattò l’anno seguente dal re Alfonso V d’Aragona, e la cui figlia, Aloisia, nel 1498 sposò il giureconsulto catanese Blasco Lanza.
Blasco Lanza (1466-1535), investito dal re Ferdinando II d’Aragona del titolo di barone di Trabia il 14 novembre 1509, reso esecutivo dall’11 giugno 1510, che divenne feudo nobile, vi fece edificare il castello. Gli succedette il figlio Cesare († 1593), conte di Mussomeli dal 1549, il cui figlio primogenito, Ottavio Lanza de Centelles († 1617), vicario generale e capitano d’armi del Regno di Sicilia, fu investito del titolo di I principe di Trabia dal re Filippo III di Spagna con privilegio dato il 22 luglio 1601, esecutoriato il 13 novembre dell’anno medesimo. Ad Ottavio si deve la fondazione della borgata di Trabia, e il suo popolamento.
I Lanza ebbero il possesso del Principato di Trabia fino all’abolizione del feudalesimo avvenuta nel Regno di Sicilia nel 1812, a seguito della promulgazione della Costituzione siciliana concessa dal re Ferdinando III di Borbone. Ultimo principe-feudatario fu Giuseppe Lanza Branciforte (1780-1855), il quale ebbe il un seggio ereditario alla Camera dei pari del Regno di Sicilia come Principe di Trabia, nel 1812-16.
Il titolo di Principe di Trabia, insieme agli altri titoli sussidiari – compresi quelli pervenuti dai Branciforte, come Principe di Butera – venne riconosciuto dal Regno d’Italia con decreto ministeriale del 5 maggio 1899 a Pietro Emanuele Lanza Branciforte, X principe di Trabia.
Il paese in cui nacquero gli spaghetti
Alcuni documenti medievali risalenti all’anno 1154 (esattamente cento anni prima della nascita di Marco Polo) e compilati dal geografo arabo Al Idrisi scritti per Re Ruggero II di Sicilia attestano che nel piccolo borgo si produceva pasta filiforme detta Itriya. Trabia viene immancabilmente ricordata come il luogo , o almeno uno dei luoghi , più antichi nei quali venivano prodotti i diretti antenati dei nostri attuali “Spaghetti”.
I più autorevoli storici dell’alimentazione che si sono occupati di indagare sulle origini della pasta, sono concordi nell’attribuire agli Arabi, attraverso i due canali privilegiati della Spagna e della Sicilia, l’introduzione in Europa di questo nuovo prodotto.Le prima testimonianze in tal senso risalgono all’XI – XII secolo , se non addirittura ancor prima, ed è proprio nella Sicilia di tradizione Araba che incontriamo le prime industrie di pasta secca destinate all’esportazione.
Nel , opera geografica dell’autore arabo Al Idrisi, composta nel 1153, possiamo leggere questa interessante descrizione :
< A ponente di Termini vi è l’abitato di Trabia, sito incantevole,
ricco di acque perenni e mulini,
con una bella pianura e vasti poderi nei quali si fabbricano “itrìya” (vermicelli, spaghetti)
in quantità tale da approvvigionare, oltre ai paesi della Calabria,
quelli dei territori musulmani e cristiani, dove se ne spediscono consistenti carichi >.
Monumenti e luoghi d’interesse
Trabia è meta balneare data la presenza di numerose spiagge quali la Vetrana, di sabbia finissima e dal fondale basso, lo Scoglio e la Pietra Piatta, (comune di Termini Imerese) spiagge ciottolose di cui l’ultima caratterizzata da una grande pietra posta nell’immediato fondale a pochi metri dalla battigia che rasenta la superficie del mare, dalla quale prende il nome appunto e dalla quale è possibile tuffarsi rendendosi trampolino naturale in questa pittoresca cornice marina. All’ingresso del paese sono visibili i resti delle antiche mura di cinta da poco tempo restaurate insieme all’arco, vera e propria porta dell’abitato. Percorrendo il corso incontreremo:
Piazza Lanza, chiamata in dialetto favàra o favarèlla per la presenza di antichi lavatoi e vasche colmate d’acqua limpida che da secoli sgorga dalle bocche di leoni. La piazza è luogo di ritrovo dei giovani di Trabia nonché fulcro della movida estiva per i numerosi spettacoli e concerti che vi si tengono.
U Bastiuni, ovvero un grande bastione presente nei pressi della chiesa madre sotto il quale Tazio Nuvolari sfrecciò durante le prime edizioni della Targa Florio.
Scoglio di Santa Rosalia, posto appena sotto il paese in contrada Molara, è un particolarissimo monumento alla Santuzza edificato ad inizio secolo da un privato dove si erge una cappella votiva completamente fatta di ciottoli marini e stalattiti delle grotte costiere della cittadina da dove si può ammirare il tramonto in compagnia anche del famigerato Piscaturi, cioè la statua di un pescatore posta sulla scogliera che da anni guarda il mare.
Interessantissima è anche la zona collinare composta da numerose contrade che sovrasta il paese che da possibilità di fare escursioni di ogni tipo per gli appassionati e per chi vuole più semplicemente trascorrere una giornata immerso nella natura. Si può giungere seguendo un percorso nella Riserva naturale pizzo Trigna e grotte Mazzamuto ad un’antica casa di caccia appartenente al Marchese Artale detta ‘a Casina dalla quale poter godere della vista di un vasto paesaggio costiero, lacustre e collinare da un unico punto di vista.
Chiesa di Sant’Oliva Nel XV secolo il matrimonio tra il nobile Blasco Lanza e Aloisia Di Bartolomeo, unica erede del protonotaro del regno Leonardo Di Bartolomeo, che aveva portato in dote al marito il territorio di Trabia, avrebbe cambiato la storia della cittadina di Trabia. Blasco uomo dal raffinato intelletto e dalle grandi capacità politiche riuscì a fare elevare al rango di baronia i luoghi nelle vicinanze del castello.L’ulteriore passo si concretizzò nel 1635, quando Don Ottavio II Lanza ebbe da re Filippo IV la licentia populandi per potere edificare le prime case del paese.Aumentò allora il numero degli abitanti e Don Ottavio fece costruire nel 1643 la chiesa di Sant’Oliva non essendo più sufficiente per il culto la cappella del castello.La chiesa di Sant’Oliva fu dunque la prima costruita per volere della famiglia Lanza a Trabia.La Chiesa si erge varcando la porta di Trabia e venne adibita fino al 1800 a cimitero locale. E’ caratterizzata da una struttura semplice ad una sola navata, è dotata di un prezioso altare proveniente dalla chiesa del Castello Lanza ed in essa vi
sono conservate due splendide opere.
La prima è il martirio di Santo Stefano, che sembrerebbe stilisticamente legata alla scuola di Pietro Novelli poiché, intrisa di elementi che indicano una buona conoscenza dell’opera di
Caravaggio in Sicilia, così come dimostrerebbero il personaggio nell’atto di scagliare una pietra al centro della composizione e quello colto di spalle nell’atto di compiere il medesimo gesto.
La seconda è una
Madonna con Bambino realizzata secondo stilemi fiamminghi o derivanti dalla cultura Antonellesca. Dal 1710 la chiesa di Sant’Oliva è gestita dai confratelli della Congregazione di Maria Santissima Immacolata.
Chiesa del Santissimo Sacramento,
da dove ogni anno ha inizio la processione del Corpus Domini che percorre le vie del paese verso le folkloristiche Marunnuzzi, ovvero piccole cappelle erette per l’occasione dagli abitanti dei vari quartieri trabiesi. L’evento si protrae per otto giorni.
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Chiesa Madre di Santa Petronilla
Affascinante è la storia della Chiesa Madre intitolata a Santa Petronilla in quanto strettamente connessa con la nascita e crescita del Comune di Trabia.
Infatti ai tempi in cui Don Ottavio II Lanza ottenne la licentia populandi dal re Filippo IV, si pose l’esigenza di ingrandire la vecchia chiesa Madre posta all’interno del castello.
Si pensò dunque di realizzare un nuovo edificio che nonostante fosse al di fuori del Castello, dificio simbolo del poter dei Lanza, rappresentasse il luogo delle celebrazioni per una comunità in continua crescita.
Per questo nel 1726 furono terminati i lavori per la Chiesa Madre intitolata a Sant’Oliva.
Tuttavia la comunità continuò a crescere e si pose, a distanza di diversi anni, l’esigenza di una nuova chiesa Madre. Pertanto nel corso del XIX secolo Don Giuseppe II Lanza e Branciforti avviò i lavori per la costruzione di un edificio religioso intitolato a S. Petronilla (già titolare della chiesa all’interno del castello). I processi di ampliamento furono comunque ripetuti nel corso degli anni successivi (aggiunta di navate laterali nel 1870), venne collocato un altare in marmo bianco (1885) nonché cinque cappelle laterali (1887) e l’aggiunta di due torri, una delle quali contenente un orologio.
Si notano infine i segni di ulteriori modifiche apportate nell’anno 2000 con l’iscrizione posta a sinistra della porta principale che recita:
“NELL’ANNO DEL SIGNORE DUEMILA / ANNO DEL GRANDE GIUBILEO / ESSENDO SOMMO PONTEFICE / IL PAPA GIOVANNI PAOLO II / ARCIVESCOVO DI PALERMO L’EM.MO / CARDINALE SALVATORE DE GIORGI / PARROCO DON VINCENZO PARASILITI / QUESTA CHIESA PARROCCHIALE / RESTAURATA E ARRICCHITA DI UN / NUOVO ALTARE CON LE OFFERTE / DEI FEDELI VENNE SOLENNEMENTE / DEDICATA A UN DIO UNO E TRINO CON IL / TITOLO DI SANTA PETRONILLA V.M. / IL GIORNO 31 DEL MESE DI MAGGIO”.
La chiesa è ubicata nella parte est del paese su un piazzale rialzato rispetto al Corso, cui è collegato da una modesta scalinata.
Chiesa della Madonna delle Grazie, al cui interno si trova una pala d’altare raffigurante la Madonna delle Grazie con ai lati San Calogero e il Beato Agostino Novello, Patrono della città di Termini Imerese, opera di Pietro Novelli inoltre un crocifisso ligneo che, secondo la leggenda, sarebbe stato là trovato dopo essere stato spostato nella città Termitana in una notte piovosa e ritrovato nella chiesa con i piedi del Cristo sporchi di fango. La Chiesa si trova poco prima di entrare a Trabia (lato Termini Imerese) ed è stata costruita dai Termitani per segnare i confini. Sulla facciata del tempio si notano le insegne e lo stemma della Splendidissima città delle Terme.
Poco lontano da quest’ultima chiesa troviamo l’Istituto Bova collegio abitato da suore edificato nei primi del Novecento dal signor Bova per la cura dei bambini.
Cappella del Calvario, posta in via Calvario, di fronte alla chiesa di Santa Petronilla, in una zona fra le più antiche in paese. Ogni anno, il venerdì santo, i simulacri del Cristo e dell’Addolorata portati, in processione dai fedeli, vengono posti uno di fronte all’altro davanti alla chiesetta dove vengono eseguiti canti legati alla Passione creando un’atmosfera davvero suggestiva.
Chiesa di San Nicola L’Arena
Una meravigliosa chiesa in Sicilia è la Chiesa Madre della piccola frazione marinara di San Nicola l’Arena che fu edificata nel 1887 dal trabiese Salvatore Affatigato su incarico dell’Istituzione “San Francesco di Sales”. Essa fu finanziata da un laico possidente palermitano Salvatore Celeste che la finanziò, incoraggiato e assistito dal Sacerdote Don Nunzio Russo: fu quest ultimo a dedicarla a San Nicola di Bari. Solo più tardi, nel 1935 la Chiesa venne eretta a Parrocchia. Importante è l’altare Maggiore in cui risiede una scultura di notevole manifattura in legno dell’Immacolata di autore e datazione ignoti.
Sul Sagrato della Chiesa vi è un imponente Statua di san Giovanni Paolo II. All’interno della Chiesa si trovano inoltre alcune importanti statue rappresentanti San Nicola di Bari e la Vergine Addolorata. Luigi Natoli, sotto lo pseudonimo di William Galt, ispirandosi al Castello vi ambientò il notissimo romanzo popolare “Calvello il Bastardo” che leggenda vuole fosse uno dei Beati Paoli, la misteriosa setta che viveva nella sotterranea Palermo del Settecento.
La festività senz’altro più importante per la frazione del comune di Trabia si celebra il 15 agosto con i festeggiamenti in onore della Madonna Assunta. In questa occasione rivive l’anima marinara dell’intera comunità, la Madonna viene trasportata attraverso la tradizionale “processione delle barche”.
Le spiagge, Trabia vanta diverse spiagge ubicate nel territorio comunale, da c.da Molara, alla spiaggia della Tonnara, per proseguire con la spiaggia de “Lo Scoglio” e della “Vetrana” lungo la litoranea Piani sulla SS 113, fino ad arrivare alle zone balneari e al porticciolo turistico di San Nicola L’Arena.
Nella cittadina esistono ben due castelli a mare uno di questi è il castello dei Lanza posto sotto l’abitato centrale adagiato sulla costa e l’altro ubicato sugli scogli di San Nicola l’Arena borgata marinara dal classico stile costiero palermitano e frazione di Trabia che è stata usata tra l’altro come location per le scene del film Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore.
Il Castello Lanza Branciforte di Trabia
Castello Lanza giace sul luogo in cui il generale Aausman Ben Muhammad e 600 uomini provenienti dalla provincia d’Ifriqyia eressero la fortezza At Tarbiq al fine di cingere d’assedio la città di Termini Imerese (827 dC).
L’impronta quadrata di 50 x 50 m é rimasta invariata per i successivi 12 secoli e ha influenzato a tal punto la storia della zona che la circonda da essere presa in prestito dai fondatori dell’attuale insediamento – i potenti Branciforte-Lanza – allorquando fu
concessa ad essi la licentia populandi (sec. XVII);
Trabia, infatti, non é altro che il toponimo in forma corrotta dell’arabo At Tarbiq/At Tarbi’a, ovvero ‘La quadrata’, come veniva indicata dai periegeti musulmani dei secc. X-XIII Yaqut, Ibn Hawqal, al Muqaddasi nonché dal più celebre geografo del Medioevo, al Idrisi, che in questo luogo annotò l’insistenza di un abitato (non solo di un castello). A tale epoca é da riferire almeno uno stabilimento per la produzione di pasta di grano duro – definita itryia dalle fonti – e nella quale si suole riconoscere la prima attestazione datata dell’esistenza degli spaghetti.
Durante la riconquista normanna della Sicilia, il legato apostolico Conte Roberto il Guiscardo donò il forte ed le sue pertinenze al capitano Corrado Lanza in riconoscimento del servizio prestato in battaglia.Questi fu il primo di una lunga serie di Lanza che
lo mantennero nel patrimonio di famiglia per ben 900 anni. Nel corso dei secoli, al nucleo, al balio ed alla originaria torre araba andarono aggiungendosi vari corpi di fabbrica quali una torre normanna, i contrafforti, un mulino (sec. XIII), una tonnara e il cannameleto (entrambi sec. XV) nonché il ficus magnoloides più alto ed antico di Sicilia (1793), prova quest’ultimo degli stretti rapporti che vennero a crearsi tra l’establishment borbonico e l’ammiragliato britannico durante le guerre napoleoniche ed il
successivo decennio inglese in Sicilia (180-1815).
A personaggi dell’ammiragliato come il capitano Cook si deve, infatti, il recupero di esotiche essenze nelle terre australi di cui il ficus magnoloides é forse la specie più nota. I rapporti tra la Gran Bretagna e Casa Lanza hanno continuato a perdurare fino al suo ultimo rappresentante, il principe Raimondo (1915-1954), che fu educato a Oxford e fu agente per lo Special Operation Executive (servizio di spionaggio britannico) durante e subito dopo la Seconda Guerra mondiale. Ancorché un bellicoso, Raimondo vide nella guerra (combatté anche nella guerra civile spagnola) un’occasione di avventura. Dal medesimo si lasciò pervadere nelle esperienze amorose che condivise con icone del calibro di Rita Hayworth ed Edda Ciano (figlia di Mussolini), negli affari (assumendo la direzione del consorzio per gli zolfi siciliani prima, ed avviando una collaborazione per lo sfruttamento del petrolio siciliano con Aristotele Onassis) nello arti (essendo co-fondatore di Panaria, la prima casa di produzione cinematografica post-bellica e scopritore di Domenico Modugno) e nello sport (avendo riavviato la Targa Florio
inventata dallo zio Vincenzo e retto la presidenza del Palermo Football Club nei due anni precedenti alla sua misteriosa scomparsa).
Raimondo Lanza di Trabia é stato oggetto di non meno di due pellicole, 3 canzoni e di un numero imprecisato di libri, tra i
quali Mi Toccherà Ballare, opera della figlia Raimonda e della nipote Ottavia.
Il Castello di San Nicola L’Arena
Il Castello, incantevole nella piccola borgata di San Nicola l’Arena, appartenente alla nobile famiglia del Principe Vanni Calvello di San Vincenzo: si nota a tal proposito il vecchio blasone posto sulla facciata dell’antica torre.
La costruzione della fortezza viene solitamente fatta risalire allo stesso periodo in cui la tonnara adiacente iniziò ad essere sfruttata, ovvero durante il XII secolo, la struttura fu eretta per allertare gli abitanti del luogo dalle incursioni dei Turchi. Solo in seguito, nel 1367, entrambe pervennero alla famiglia Crispo.
La torre dalla forma cilindrica si trova al centro della corte, arricchita da una terrazza finale e contenente, all’interno, tre sale circolari, comunicanti grazie ad una scala. Si notano inoltre tre torri più piccole, collegate da una terrazza usata per il giro delle sentinelle ed attrezzata con l’artiglieria composta da sette cannoni. Si può annoverare di certo la Fortezza di San Nicola tra le torri costruite all’epoca a guardia delle tonnare di Solanto e di San Niccolò.
Attualmente il Castello è utilizzato per trattenimenti nuziali e spettacoli vari. Punto di riferimento per il turismo nautico è la Tonnara di corsa, probabilmente la tonnara siciliana con la più antica concessione regia, risalente al 1367 e rimasta in attività fino al 1935.
San Nicola L’Arena – Frazione di Trabia
San Nicola l’Arena (secondo l’antica denominazione San Nicolò l’Arena Tonnara, Santa Nicuola in siciliano) è una frazione di Trabia, comune della città metropolitana di Palermo in Sicilia.
San Nicola dista dal capoluogo siciliano circa 32 chilometri. È un paesino che vive principalmente di pesca, di agricoltura e, soprattutto in estate, di turismo. È, infatti, un centro balneare ed è dotato di un incantevole porticciolo turistico.
L’agglomerato di case si sviluppa attorno all’asse viario portante che risponde al nome di corso Umberto Primo, e che non è altro che la prosecuzione all’interno della bella borgata marinara della Strada statale 113 Settentrionale Sicula.
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Principato_di_Trabia
https://it.wikipedia.org/wiki/Trabia
https://www.castellolanza.it/la-storia/
http://trabia.weebly.com/uploads/6/6/9/8/6698295/trabia_e_la_pasta.pdf
https://it.wikipedia.org/wiki/San_Nicola_l%27Arena
http://www.dallevallialmare.it/ita/contact-us-full-width-2-2-3-3-2/prova-3-2-2/
G. Longo, 2011 “Il San Pietro del Ribera nella chiesa Madre di Trabia” – online nel sito: http://www.madonielive.com/index.php/news/load/10204, 10/06/2011.
G. Longo, 2011 “Trabia e la chiesa Madre di Santa Petronilla” – online nel sito:http://www.madonielive.com/index.php/news/load/10179, 09/06/2011.
http://www.virtualsicily.it/Monumento-Chiesa%20di%20S.Oliva-Trabia-PA-1784